AMIANTO: CASSON, PARLAMENTO PUO' AGIRE PER TUTELA VITTIME. LO FACCIA
"Non dimenticare le vittime dell'amianto, il 28 aprile sia di monito per compiere atti concreti". Lo ha sollecitato in aula il senatore del Pd Felice Casson ricordando che la
prossima settimana ricorrerà la giornata mondiale delle vittime dell'amianto.
"Si tratta di una vera e propria strage - spiega - a danno di una moltitudine di
lavoratori che sono stati considerati come merce. Secondo i dati stilati dall'Organizzazione internazionale del lavoro sono circa 120.000 i decessi ogni anno, di cui 3.000-4.000 in Italia. Tra
l'altro, poiché tali patologie presentano tempi di latenza molto lunghi, il picco è previsto per il 2020-2025".
"Di recente - aggiunge - è stato presentato dal
Ministro della sanità dell'attuale Governo un Piano nazionale amianto che presenta sicuramente degli aspetti positivi, ma manca di qualsiasi indicazione di carattere economico-finanziario per
tutelare da una parte le vittime dell'amianto, dall'altro per intervenire sull'inquinamento da amianto, sullo smaltimento dei relativi rifiuti e sulla sorveglianza
sanitaria".
"Su questo fronte - conclude Casson - è bene ricordare che ho depositato un disegno di legge, già sottoscritto da oltre 30 senatori afferenti non
soltanto al Pd, con il quale si richiama il governo al rispetto degli impegni già presi in Parlamento per tutelare tutte le vittime dell'amianto, intervenire per il censimento e lo
smaltimento dei rifiuti d'amianto e per la sorveglianza sanitaria. Sarebbe inoltre opportuno che venisse approvata al più presto l'istituzione di una Commissione di inchiesta per i morti e gli
infortuni sul lavoro per far luce e monitorare un fenomeno che chiama direttamente in causa giustizia ed equità sociale".
24 aprile 2013
CONFERENZA NAZIONALE GOVERNATIVA AMIANTO
Venezia, 22-23-24 novembre 2012
Nel corso della presente e nel corso della precedente legislatura, abbiamo presentato in Senato tutta una serie di disegni di legge, di mozioni e di ordini del giorno in materia di amianto, con tre obiettivi prioritari:
1- istituire e far funzionare il Fondo Vittime dell'amianto;
2- provvedere al censimento completo, in tutta Italia, dei siti inquinati da amianto e alla loro bonifica;
3- affrontare seriamente l'aspetto della sorveglianza sanitaria e delle indagini epidemiologiche.
Nonostante la ripetitività, per qualcuno ossessionante, dei nostri interventi in Senato e nonostante che in questa materia si sia assistito praticamente sempre ad una unanimità di vedute delle varie forze politiche (caso piuttosto raro nel panorama parlamentare nazionale), da parte dei vari governi, invece, con le debite e rilevanti eccezioni, si è rilevata una scarsa o comunque insufficiente attenzione.
La situazione più emblematica è rappresentata dall'esito della risoluzione presentata dai senatori del Partito Democratico e approvata nell'aula del Senato all'unanimità il 7 febbraio di quest'anno. In quella mozione, predisposta anche a seguito delle ormai consuete e congiunte consultazioni e valutazioni svolte assieme alle varie associazioni degli esposti ad amianto sparse su tutto il territorio nazionale, venivano sintetizzati i punti critici, i nodi fondamentali da sciogliere, per dare una risposta finalmente reale e concreta alle esigenze di equità e giustizia provenienti da tutto il Paese.
Sostanzialmente, venivano formulate sei richieste:
1.al fine di garantire il corretto funzionamento del Fondo Vittime dell'Amianto, istituito con l'ultima legge finanziaria del governo Prodi (legge n. 244 del 2007), si chiedeva di modificare il decreto del Ministro dei Lavoro Sacconi del 12 gennaio 2011. Questo decreto del Ministro, indispensabile per l'operatività del Fondo Vittime Amianto, ma bloccato al ministero del lavoro nonostante fosse già provvisto di copertura finanziaria ex lege d'origine, è stato ripetutamente sollecitato anche da noi in Senato per ben tre anni. E, alla fine, è faticosamente uscito dalle stanze ministeriali e divenuto operativo nell'aprile 2011, peraltro con una formulazione letterale limitativa e tecnicamente errata, in quanto in contrasto con l'evidente intenzione del legislatore nazionale di istituire un fondo a favore di tutte le persone coinvolte (civili e militari, lavoratori e non lavoratori), un fondo a favore di tutti i cittadini coinvolti a qualsiasi titolo nella tragedia dell'asbesto, in situazioni lavorative, domestiche, abitative o ambientali. Da qui discendeva e discende la necessità di una riformulazione, più volte richiesta in Parlamento, che ha ottenuto a parole il consenso del rappresentante del Governo attuale (in aula), ma che di fatto è rimasta lettera morta.
2.In secondo luogo, con la risoluzione di febbraio si chiedeva di istituire un apposito Fondo e idonee linee-guida per realizzare, d'intesa con gli organismi regionali competenti, programmi concreti per una sorveglianza sanitaria gratuita ed estesa a tutto il territorio nazionale, per indagini epidemiologiche mirate, diagnosi precoci e terapie efficaci per tutte le patologie asbesto-correlate, non soltanto in relazione al mesotelioma, per dimostrare di credere realmente nel valore della ricerca.
3.II terzo punto della risoluzione del febbraio 2012, approvato e accolto dal Governo, atteneva alla individuazione di tutti i siti, beni mobili e immobili inquinati da amianto, in ogni parte del territorio nazionale, con l'ulteriore previsione di finanziamenti e di misure di natura fiscale (incentivi, detrazioni, e quant'altro), finalizzati alla eliminazione dei rischi per la salute pubblica, intervenendo prioritariamente su edifici pubblici, su strutture e mezzi di trasporto pubblico, sugli edifici scolastici e universitari, sulle strutture ospedaliere, sulle strutture militari come navi e caserme e comunque sugli uffici aperti al pubblico.
Inoltre, con quella risoluzione del 7 febbraio 2012, ribadita dal Senato all'unanimità con la mozione del 13 settembre di quest'anno, si chiedevano interventi specifici a favore degli ex-lavoratori esposti ad amianto, quali Ia riapertura dei termini del 2005 per l'accesso ai benefici e come it tempestivo e dovuto rilascio delle certificazioni attestanti rischio ed esposizione all'asbesto ad opera degli enti previdenziali e assistenziali.
Infine, dall'inizio di quest'anno, a seguito anche delle richieste delle associazioni Esposti Amianto, si proponeva di indire ed organizzare, dopo quella del 1999, una seconda conferenza nazionale governativa sulle patologie asbesto-correlate.
Va detto che, nell'aula del Senato, il governo ha sempre dato parere favorevole e si è sempre assunto l'impegno di rispondere favorevolmente alle sollecitazioni dei senatori.
Di fatto, però, fino ad ora, l'unica promessa mantenuta è quella di competenza dell'attuale Ministro della Salute, che ha organizzato questa Conferenza, con tutto quello che di positivo ha significato e soprattutto ne consegue.
Sul resto, praticamente nulla. Di concreto, molto poco. Sì e no qualche
sporadica risposta alle numerose interrogazioni e interpellanze parlamentari presentate, ma senza alcun riscontro nei confronti delle più pressanti istanze dei lavoratori e degli ex-esposti all'amianto e alla necessità di pianificare fondi e risorse.
Così come nessuna risposta è giunta a proposito di un altro settore molto delicato: quello della amministrazione della giustizia e dei processi in materia di amianto. Mi è capitato e mi capita spesso di essere interpellato da singoli lavoratori o ex-lavoratori già esposti ad amianto, oltre che da organizzazioni sindacali, per sapere se possa ritenersi normale, in uno Stato democratico moderno, in una Repubblica fondata sul lavoro, che tanti uffici del pubblico ministero e altrettanti uffici di tribunale siano così lenti (è un eufemismo) nella trattazione delle indagini e dei processi in materia di sicurezza sul lavoro e concernenti, in particolare, le malattie professionali, come quelle da asbesto. La mia risposta è ormai sconsolata e disarmante. Perchè, nonostante le ripetute sollecitazioni pubbliche, a tutti i livelli istituzionali (pure del Presidente della Repubblica), in riferimento alla dovuta e sacrosanta considerazione che meriterebbero tali situazioni anche da parte degli organi inquirenti e giurisdizionali, quello che succede nei palazzi di giustizia è sinceramente vergognoso. Da anni, capita spesso di osservare come in molti uffici giudiziari italiani (fortunatamente non in tutti) il dramma delle malattie professionali e delle morti a causa dei lavoro venga sottovalutato, poco considerato e soprattutto poco trattato. Proprio per questo motivo, tra l'altro, alcuni anni fa, all'inizio di questa legislatura, come responsabile dei settore in Senato per il nostro gruppo, avevo proposto sia l'inserimento e l'approvazione (come poi, in effetti, è avvenuto) di una norma punitiva più adeguata per i delitti di omicidio colposo, sia la previsione, tra i criteri di priorità nella trattazione degli affari penali, anche di una norma che imponesse ai magistrati di trattare prioritariamente, assieme ai casi più gravi di criminalità, pure i fascicoli relativi alle vittime del lavoro, sia per malattia professionale che a seguito di evento traumatico. E ciò, evidentemente, per costringere i magistrati riottosi o indolenti a tirar fuori dagli armadi polverosi querele e denunce attinenti all'amianto. O quanto meno, per fare in modo che gli uffici non adeguatamente organizzati o strutturati, seppur solo per ragioni di carenze oggettive, cominciassero a considerare la necessità di affrontare seriamente la marea montante di indagini e processi attinenti all'amianto. Le ultime interrogazioni in materia rivolte at Ministro della Giustizia per verificare, per cosi dire, lo stato dell'arte sono ancora una volta risultate vane. Da una parte, si registrano uffici giudiziari ancora sordi non solo alle giuste richieste dei lavoratori, ma addirittura negligenti rispetto ad un obbligo giuridico, sancito da una legge dello Stato, quale quello di trattare con priorità le indagini e i processi in questione. Dall'altra parte, dal ministero della giustizia non si ottengono risposte, ma si registra soltanto l'incapacità di intervenire e di far rispettare una legge dello Stato, in un settore così delicato. La difficoltà e la complessità della materia, così come il rischio di indagini vastissime che possono sfociare in un nulla di fatto processuale, non esimono il magistrato da obblighi costituzionali evidentissimi.
Non molto più rosea è la prospettiva attinente al comportamento degli enti previdenziali e assistenziali, che continuano a fornire ai lavoratori già esposti all'amianto indicazioni e valutazioni alle volte contraddittorie e in certi casi pure fuori da ogni logica di coerenza, negando ad esempio in un certo luogo e in un certo settore il riconoscimento di evidenti situazioni di fatto e giuridiche, e quindi di benefici ai lavoratori che invece in casi assolutamente analoghi, se non proprio identici, avevano in passato riconosciuto. Tra lo sconcerto, l'incomprensione e la rabbia di tutti. E' ben vero che qualcosa sta cambiando e che si osserva una maggiore sensibilità a favore dei lavoratori. Molto però resta ancora da fare e certe incrostazioni burocratiche del passato faticano a venir meno.
Non c'e dubbio che la presente conferenza nazionale governativa dovrebbe, tra l'altro, fare chiarezza, fugare dubbi e sospetti, sotto i variegati punti di interesse al nostro esame in questi giorni.
Non va nascosto che c'e molta attesa in merito. Cosi come non vanno nascoste le principali difficoltà che si oppongono all'accoglimento delle giuste pretese ed istanze dei lavoratori e dei cittadini, difficoltà soprattutto d'ordine finanziario, soprattutto nella grave congiuntura economica attuale.
Nonostante ciò, credo che esista un'altra congiuntura, quest'ultima favorevole, che
vede sulla medesima lunghezza d'onda lavoratori, sindacati, cittadini e per una volta tanto anche i parlamentari, come dimostrato dalle molte iniziative e istanze presentate in Parlamento negli ultimi anni, spesso condivise pressochè all'unanimità, ma rimaste a livello di proposta.
Io credo invece che dovremmo uscire da questa Conferenza Nazionale con qualche cosa di molto concreto, da presentare non soltanto alla valutazione degli esperti giuridici, tecnici e scientifici, ma da poter sostenere in tutto il Paese come il segno positivo di una volontà collettiva di intervenire per davvero su tutti gli aspetti di questa vera e propria tragedia umana e sociale.
E ciò sulla base di una riflessione sincera e trasparente, che parta dai valori che ci trasmette la nostra carta costituzionale: lavoro, sicurezza, salute, giustizia, rispetto per la persona e per l'ambiente umano, tenendo sempre bene a mente che per decenni (almeno tre), nonostante fosse ben nota da tempo l'evidenza scientifica della natura cancerogena genotossica di questa fibra-killer, i lavoratori sono stati tenuti all'oscuro di tutto e sono stati costretti a subire l'esposizione all'amianto, con responsabilità enormi sì del mondo industriale, ma anche dello Stato e della politica.
Nei confronti di questi lavoratori e dei cittadini colpiti, abbiamo tutti un obbligo non solo giuridico ed economico, ma prima di tutto un obbligo etico e sociale.
LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX-ESPOSTI OCCUPAZIONALI | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
di A.Innocenti, F.Carnevale, A.CianiPasseri, A.M.Loi, A.Seniori Costantini
|
Legislatura 16ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 793 del 13/09/2012
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------
793a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE 2012
(Antimeridiana)
_________________
Presidenza del vice presidente CHITI
RESOCONTO SOMMARIO
Presidenza del vice presidente CHITI
CASSON (PD). Signor Presidente, questo tema delle vittime dell'amianto e della necessità di risanare i nostri territori dall'inquinamento ambientale da amianto è sicuramente un tema molto sentito e condiviso all'interno di questo Senato.
È pertanto vero quanto ha detto poco fa la collega Boldi in ordine al fatto che c'è una grandissima condivisione, tanto è vero che dei senatori del nostro Gruppo hanno già firmato la mozione della senatrice Boldi, e anche la nostra mozione ha visto le firme di senatori appartenenti ad altri Gruppi parlamentari, tra cui il presidente del Gruppo dell'Italia dei Valori, senatore Felice Belisario.
Io voglio solo ricordare con questa mozione, che viene a integrare e a precisare alcuni punti già trattati, peraltro molto bene, dalla collega Boldi, alcuni aspetti in questa materia e alcuni interventi che il Senato ha già effettuato a questo proposito.
Al termine della mozione noi presentiamo, essenzialmente, tre questioni alla valutazione e all'impegno del Governo. La prima questione riguarda l'attuazione (e -noi sottolineiamo - la sollecita attuazione) dell'insieme degli impegni che il Governo aveva già preso in questa Aula a seguito di una risoluzione votata all'unanimità, sostanzialmente, il 7 febbraio di quest'anno. Il secondo aspetto riguarda delle questioni soprattutto epidemiologiche e di sorveglianza sanitaria. Il terzo aspetto riguarda un tema molto delicato, quello di ciò che i lavoratori e i parenti delle vittime da amianto, in tutta Italia, sono costretti a fare, adendo le vie legali, civili, amministrative e penali, per vedere riconosciuto il loro buon diritto.
Per quanto riguarda la prima questione, voglio rapidamente ricordare come, con quella risoluzione unanime del Senato del 7 febbraio, veniva impegnato il Governo, che aderiva a questo impegno, sui seguenti sei punti.
La prima questione riguardava la modifica, l'integrazione, di un decreto emanato dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ovviamente all'interno del Governo, nel gennaio del 2011, a favore delle vittime da amianto, per fare in modo che tutte le vittime che, a causa del lavoro o per questioni ambientali, erano state toccate da patologie asbesto-correlate potessero ottenere i benefìci previsti dalla legge.
Questo riguarda non soltanto i lavoratori ma, ad esempio, anche il personale militare e le donne. Ricordo, infatti, a questo proposito che ormai, e purtroppo, ci sono delle sentenze in Italia, anche definitive. La prima di queste, che è recentemente passata in giudicato, fa riferimento a tre mogli di lavoratori della Fincantieri Breda di Porto Marghera, che sono decedute per mesotelioma pleurico, soltanto per aver lavato per 30 anni le tute da lavoro del marito. Ed è una sentenza definitiva, che viene a confermare quanto ampio sia il pericolo.
Su questo primo punto non si pone neanche il problema della copertura finanziaria, perché con la legge finanziaria del 2007 già erano state stanziate delle risorse per l'istituzione del Fondo e per venire incontro alle vittime dell'amianto.
La seconda questione riguardava l'intervento a favore della sorveglianza sanitaria, della diagnosi precoce e di terapie efficaci.
La terza questione riguardava il risanamento degli edifici, in particolare pubblici, tra cui edifici scolastici e universitari, i luoghi e gli uffici aperti al pubblico, le strutture ospedaliere, le caserme, le navi militari.
Il quarto punto riguardava la necessità di venire incontro alla richiesta dei lavoratori, di avere tempestivamente il riconoscimento e il rilascio dei certificati, senza farli penare per tutta Italia, in giro per tutti gli uffici amministrativi di INAIL INPS. Sappiamo che spesso si tratta di pensionati, costretti a tirare fuori somme di denaro (anche non indifferenti) per pagare avvocati e consulenti, dal momento che gli uffici che ho citato, di INAIL e di INPS, non adempiono rapidamente al loro dovere.
Il quinto punto riguardava una riapertura del termine del 15 gennaio 2015, sempre in materia di benefici.
Il sesto punto, riguardante in maniera diretta il Ministro della salute, che è presente in questa Aula, riguardava indizione e organizzazione della Conferenza nazionale governativa sulle patologie asbesto correlate.
Grazie alla sensibilità del Ministro della salute, l'unico punto soddisfatto è proprio questo che lo riguarda direttamente, al quale è stato dato seguito: già lunedì prossimo a Casale Monferrato verrà infatti presentata questa Conferenza nazionale sulle patologie asbesto correlate, la cui data è stata fissata per il novembre di quest'anno a Venezia. Quindi, questi sono i punti sui quali purtroppo, a parte l'ultimo, non abbiamo avuto risposta da parte del Governo. Vi è una questione generale che ci preme e che ancora una volta sottolineo: bisogna fare in modo che queste persone, questi lavoratori, affetti da patologie asbesto correlate non siano costretti a rincorrere i magistrati o chi dovrebbe dar corso alle loro giuste esigenze. Abbiamo un numero elevato di indagini, di inchieste, di processi in Italia, presso le varie procure della Repubblica e i vari uffici giudiziari, che sono praticamente completamente fermi - io aggiungo - in maniera vergognosa ed indecorosa. Per di più, con il rischio di continue e inaccettabili prescrizioni.
Ricordo ancora come questo Parlamento all'inizio della legislatura abbia inserito tra i criteri di priorità, per quanto riguarda la trattazione dei fascicoli, inchieste, indagini e processi che, oltre ai fatti, giustamente e correttamente, di grande criminalità organizzata e terroristica e per i più gravi reati, attengono agli infortuni sul lavoro ed alle malattie professionali. Purtroppo gli uffici giudiziari non danno seguito a questo obbligo giuridico, sancito con una legge del Parlamento italiano.
L'ultima questione si ricollega direttamente, in maniera molto chiara, alle proposte della collega Boldi e fa riferimento alla necessità di promuovere la ricerca e la sorveglianza in materia epidemiologica per quanto riguarda in particolare le persone con patologie asbesto correlate. Nei nostri territori sentiamo molto fortemente questa necessità. In qualche territorio, Provincia e Comune, qualche indagine di tipo epidemiologico è partito. E sappiamo benissimo che se si fossero cominciate queste indagini quando ne era stata segnalata l'opportunità, quanto meno vent'anni fa, avremmo in questo momento una conoscenza dello stato di salute, di mortalità e di morbilità della popolazione sicuramente più ampia e più utile anche ai fini dei necessari interventi da parte del Ministero della salute e dei competenti uffici regionali. E ciò anche a seguito di vent'anni di follow-up previsti per situazioni di indagine epidemiologiche di questo tipo.
L'ultimo punto che viene proposto è quello relativo, connesso al penultimo punto, di realizzare una struttura di rete per accogliere e analizzare i dati relativi alle patologie asbesto correlate, che emergono a livello territoriale a seguito degli interventi dei vari medici nei vari settori, in particolare ospedalieri, e soprattutto dal registro tumori.
Sottolineo infine anch'io la necessità e l'opportunità che il voto di queste mozioni sia unanime del Senato proprio per dare maggiore forza e maggiore visibilità a questo nostro intervento al Senato, in Parlamento e per fare in modo che il Governo si convinca in tutte le sue articolazioni della necessità di venire incontro ad una esigenza, sì, giuridica e sociale e politica, ma anche etica perché nei confronti di coloro che si sono ammalati e che sono morti di lavoro vi è un'esigenza etica di venire incontro alle loro giuste richieste. (Applausi dal Gruppo PD).
Reg. N° 2753
c/o Uff. Territoriale
di Venezia 2